Thomas Hobbes

 

Thomas Hobbes

 Biografia

Thomas Hobbes nasce a Westport in Inghilterra nel 1588, frequenta la scuola della chiesa del suo paese poi una scuola a Malmesbury e infine un istituto privato a Westport dove studia latino e greco.

Si iscrive all'Università di Oxford dove inizia a studiare anche geografia e ad appassionarsi di libri di viaggio.

Nel 1609 diventa precettore di una potente famiglia, i Cavendish, dove poi seguirà il figlio negli studi e nei viaggi in Europa. Hobbes si trasferisce a Parigi per molto tempo, la città infatti influenzerà il suo percorso filosofico. Negli ultimi anni Hobbes tornò poi a Londra e morì nel 1679 nella residenza della famiglia dei Cavendish.

La prospettiva materialistica

L'uomo come essere naturale e corporeo

La dottrina di Hobbes è incentrata sulla convinzione secondo cui gli individui sono animati dall'egoismo e mossi ad agire in vista del proprio interesse personale ---> perenne conflitto di tutti contro tutti "homo homini lupus"
Hobbes ha una visione materialistica infatti considera l'uomo un essere interamente naturale e corporeo, sia le funzioni fisiologiche che mentali per lui possono essere spiegate esclusivamente in termini materiali.
Ogni conoscenza deriva dai sensi --->ogni sensazione è spiegata in termini di movimento dei corpi:

  1.  essa nasce da un moto sollevato da oggetti esterni negli organi di senso
  2. l'apparato percettivo dell'uomo reagisce producendo le immagini degli oggetti (tali immagini collegandosi ad altre immagini danno origine all'immaginazione
  3. l'intelletto è una sorta di macchina calcolatrice che inizia poi a collegare i nomi attribuiti convenzionalmente alle immagini delle cose 

Scienza e linguaggio

Secondo Hobbes la scienza non rispecchia la realtà, ma è un reticolo di concetti convenzionali ---> l'uomo non può conoscere le cause dei fenomeni poichè ne è Dio il creatore, ciò che può fare invece l'uomo è conoscere scientificamente la politica dato che essa  è costruzione umana
La ragione: definisce i concetti, li compara, li somma, li sottrae, li generalizza attraverso il linguaggio
Il linguaggio ---> la migliore invenzione che l'uomo abbia mai fatto, è infatti grazie ad esso che si può pensare ed esprimere il proprio pensiero ; il linguaggio ha due funzioni:

  • designa le cose, in modo tale che l'uomo possa ricordarle e chiamarle alla memoria
  • fa comprendere agli altri ciò che pensiamo 

Le parole come segni

Le parole vengono chiamate signa, ovvero impronte proprio perchè sono segni convenzionali che hanno la funzione di indicare i concetti delle cose ---> ci sono parole che si riferiscono a cose individuali (Pietro, quest'uomo ecc) e parole che si riferiscono a molte cose (cavallo, uomo, albero ecc..) questi ultimi sono nomi universali, che cioè vengono attribuiti a molti elementi, per la loro somiglianza, qualità ecc
Le parole consentono alla mente umana di operare quella generalizzazione necessaria alla costruzione  dell'edificio della scienza e della conoscenza ---> con la parola "corpo" noi raggruppiamo tutto ciò che esiste e si muove  

I principi della realtà: corpo e movimento 

---> Il corpo è l'unica realtà e il movimento è l'unico principio di spiegazione dei fenomeni naturali
Il bene e il male ---> il bene è ciò che l'uomo desidera, ciò che favorisce la sua conservazione, mentre  il male è ciò che l'uomo respinge, ciò che mette a rischio, minaccia la sua sopravvivenza
La libertà ---> essa è fare ciò che la volontà ha deciso, la volontà infatti non è libera, ma è intrinsecamente necessitata da motivi che dipendono da oggetti esterni all'uomo

La teoria dell'assolutismo politico

Lo stato di natura

Per Hobbes l'uomo è un essere materiale dotato di una ragione intesa come facoltà calcolatrice è mosso da desideri egoistici. Egli afferma che gli individui non possiedono una naturale istinto socievole verso gli altri, ma piuttosto sono dominati da sentimenti come il bisogno e timori. 

Secondo Hobbes tali passioni caratterizzano lo stato di natura, ovvero la condizione originaria antecedente la formazione della società —> "guerra di tutti contro tutti"

Nello stato di natura ogni persona mira a procurarsi ciò che serve alla propria sopravvivenza, perseguendo così il proprio bene a scapito di quello altrui. In esso non esiste limitazione al diritto dell'individuo dato che, ciascuno può possedere, usare tutte le cose che vuole ed è quindi inevitabile la sopraffazione reciproca. Nello stato di natura inoltre non c'è spazio per dedicarsi al lavoro, alla scienza o alle arti dato che i frutti dell'operosità e dell'ingegno umano sarebbero incerti ed esposti alla minaccia continua dall'invidia e dall’avidità degli altri.

L'esperienza dell'ospitalità e del conflitto

Hobbes nota che quando gli uomini si mettono in viaggio prendono con delle armi e si fanno accompagnare da qualcuno che li protegga, quando vanno a dormire chiudono le porte a chiave. 

Molti definiscono questa descrizione esagerata poiché gli uomini non sono sempre in conflitto tra di loro, tuttavia è innegabile che in ogni tempo ed è governanti dei vari paesi ci sono comportati come i gladiatori Romani, con le armi puntate e gli occhi visti l'uno contro l'altro —> per quanto le guerre combattute con le armi non costituiscono la norma, tuttavia la vita degli uomini è costellata di misure per difendersi da possibili attacchi ed ad offendere gli altri al momento opportuno.

—> chiara predisposizione alla guerra

Lo stato di natura non costituisce tanto una realtà effettiva e finalmente realizzata quanto un'ipotesi teorica razionale su ciò che potrebbe verosimilmente accadere nella società se non ci fosse una forma di potere superiore a regolamentare i rapporti tra gli individui —> ipotesi parzialmente verificata nelle società primitive

L'uscita dallo stato di natura e l'origine  della società civile

Hobbes continua il suo ragionamento seguendo un procedimento deduttivo: E se nello stato di natura caratterizzato da un'ostilità che rischia di distruggere la stessa natura umana, colui che desidera continuare a vivere in una tale condizione si contraddice, per chi vuole al tempo stesso la propria vita e la propria morte? Secondo Hobbes pertanto se gli uomini vogliono sopravvivere devono evitare la lotta di tutti contro tutti e porre dei freni al proprio diritto soggettivo e alla illimitata libertà di ognuno —> capacità di prefigurare le conseguenze degli eventi in atto e provvedere alle necessità della vita, bisogna di una società civile

—>per avere la pace ognuno deve rinunciare al diritto naturale che prevede alla soddisfazione dei propri desideri

La ragione infatti suggerisce una serie di leggi naturali:

  • Pace: cercare un compromesso per ottenerla

  • Giustizia: rispettare le regole stabilite

  • Uguaglianza: riconoscere che ogni uomo è uguale ad un altro 

In caso di controversia le parti che non si accordano devono sottomettersi alla sentenza di un terzo, il giudice, detto anche arbitro

Il patto di unione e il patto di sottomissione

Secondo Hobbes è opportuno che gli uomini sacrifichino i propri diritti naturali e costituiscano una società politica civile. Essi possono stabilire un pactum unionis cioè un patto di unione ---> dirigere tutte le azioni a uno stesso fine e al bene comune.

Tuttavia il patto di unione non è sufficiente dato che la convergenza di molte volontà verso un solo scopo non basta per garantire una situazione sicura e stabile infatti il bene individuale tende a primeggiare sugli altri e contrasta così il bene comune. Vi è infatti bisogno del pactum subiectionis cioè il patto di sottomissione ---> gli uomini con conferiscono tutto il proprio diritto e la propria volontà a un singolo o un'assemblea, in modo da ridurre i diversi voleri a una sola volontà

Il Leviatano

Il potere attribuito all'autorità, che ha il compito di mantenere e di rispettare le leggi deve essere assoluto. Lo stato assoluto ha il nome di Leviatano, mostro marino di cui si parla nell'Antico Testamento per simboleggiare la potenza dei Faraoni d'Egitto. Lo stato assoluto si chiama in questo modo poiché il potere del sovrano è immenso dato che, unifica in sé quello di tutti gli altri individui, che sono diventati tutti sudditi

  • autorità --->sovrano
  • sudditi ---> cittadini

Si può raggiungere il ruolo del sovrano in due modi: 

  • Con la forza quando un uomo impone ai suoi figli di sottomettersi ---> Stato politico o istituzionale

  • Con un accordo tra persone che scelgono di assoggettarsi volontariamente ad un'autorità per garantire la sopravvivenza e l'autoconservazione ---> Stato per autorità, patriarcale o dispotico

La monarchia come migliore forma di governo

La persona giuridica del sovrano può essere rappresentata da un uomo solo , da un gruppo di uomini, o da un assemblea (monarchia, aristocrazia, democrazia). La tirannia, l'oligarchia e l'anarchia sono forme di governo degenerate.

Hobbes preferisce la monarchia per motivi pratici: 

  • Non c'è motivo di credere che il re agisca per il proprio interesse privato a scapito di quello pubblico —> nessun re può trovare giovamento dalla povertà o dall'insicurezza dei sudditi

  • Il re può prendere le sue decisioni in totale segretezza —> nei gruppi numerosi le fughe di notizie sono inevitabili

  • Il monarca non può dissentire da se stesso—> non vi è un continuo esplodere di conflitti

Ci sono però anche  inconvenienti, come favoritismi..

Poteri e limiti del sovrano

Il potere del sovrano, secondo Hobbes, non avrà mai termine se non con la sua morte, in quanto i sudditi, una volta stipulato il contratto, non possono recedere da esso.

Il monarca costringe all'obbedienza delle norme tutti i sudditi, mentre lui stesso non è tenuto a rispettarle infatti, il sovrano resta un essere pre-sociale, che non ha abbandonato lo stato di natura e che deve rispondere soltanto alla sua ragione individuale.

---> Il potere del sovrano è dunque enorme, infatti comprende il controllo delle azioni e delle opinioni dei sudditi. Il sovrano è la legge e a lui che compete la valutazione del giusto e dell'ingiusto, del bene e del male.

Il sovrano però, non è privo di limiti infatti, egli ne ha nel momento in cui i suoi ordini mettono in pericolo la vita del sudditi, dato che essi si sono sottomessi a lui, per preservare e proteggere la loro incolumità. Quindi quindi i sudditi possono disobbedire al re nel momento in cui, lui ordinerà loro di uccidersi. Il suddito però non può rifiutarsi di andare in guerra quando si tratta di difendere la patria.

La subordinazione della religione al potere politico

Hobbes vide un problema nel potere religioso. Egli era anglicano, ma la sua religiosità era soltanto formale ---> sia nella chiesa anglicana che in quella cattolica vedeva una grave minaccia per l'unità e la forza dello stato, considerando le religioni una delle fonti principali della sedizione e delle guerre civili

Egli sosteneva infatti che esse non andavano più alla ricerca del bene spirituale delle anime, ma il loro unico scopo era diventato quello di assoggettare gli uomini e prevaricare il potere legittimo dello stato.

Secondo Hobbes il capo dello stato deve essere anche la suprema autorità religiosa —> il re supremo pastore a cui è affidata la guida del gregge e degli altri pastori


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